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Un ORDINE TRASPARENTE DI TUTTI E PER TUTTI dove disponibilità, orgoglio, senso di colleganza e spirito di amicizia consentano a ognuno di beneficiare dell’esperienza altrui.

Promuovere l’Ordine come CENTRO DI COMPETENZE E SERVIZIO a supporto dei colleghi, coinvolgendo sempre più come protagoniste le commissioni di studio e continuando a incrementare l’efficienza della struttura interna ed il numero delle partnership commerciali a favore dei colleghi.

Riequilibrare la relazione tra commercialista e amministrazione tributaria, migliorando la qualità del nostro lavoro con la SEMPLIFICAZIONE, esigendo la definizione di nuove regole per un fisco equo e sostenibile, il riordino delle scadenze, il rispetto dello statuto dei diritti del contribuente.

Aumentare le possibilità di lavoro AMPLIANDO LE NOSTRE COMPETENZE e nel contempo VALORIZZARE LE SPECIALIZZAZIONI perché crediamo che una chiara identificazione di ciò che sappiamo fare sia il nostro futuro. Proteggendo i nostri redditi proteggeremo anche le nostre pensioni.

Continuare a garantire LA FORMAZIONE GRATUITA ai Colleghi, individuando in modo sempre più mirato sia i temi da proporre, che le modalità di fruizione in aula o on-line per un aggiornamento sempre più di eccellenza e a misura di ciascuno.

Nell’ambito delle specializzazioni valorizzare LA REVISIONE, oggi importante sbocco per i giovani, affinché il lavoro del revisore sia sinonimo di informazione e fiducia per il mercato.

Garantire la continuità della DIFESA TRIBUTARIA avanti le Commissioni Tributarie come prerogativa della nostra attività professionale attuando le iniziative necessarie affinché venga rafforzata la garanzia di difesa e le aspettative di una giustizia rapida e veloce.

AGEVOLARE LE AGGREGAZIONI E LE RETI PROFESSIONALI perché la nostra forza è nella condivisione delle conoscenze e delle energie.

TUTELARE LA NOSTRA PROFESSIONE sia richiedendo norme specifiche per combattere la concorrenza sleale sia promuovendo un clima di fiducia verso chi è iscritto all’Albo.

Sostenere IL RUOLO PUBBLICO E SOCIALE del Commercialista quale garante nei confronti dei cittadini di un’equità fiscali e nei confronti dello Stato di una lealtà fiscale.

Diffondere UN’ETICA PROFESSIONALE per acquisire maggiore credibilità.

Dare spazio e aiutare I GIOVANI a realizzare il loro percorso di crescita con incentivazioni dedicate che tengano conto dell’organizzazione quotidiana dell’attività di ciascuno.

In un mondo che cambia velocemente e dove i ruoli si intrecciano risulta essenziale diffondere una CULTURA DI GENERE garantendo non corsie preferenziali, ma pari opportunità.

Infine, FAR SENTIRE LA VOCE E IL SUPPORTO DI MILANO NEL CONSIGLIO NAZIONALE, nelle sue Commissioni, negli Organismi internazionali proponendo la presenza di nostri competenti colleghi per rafforzare l’azione politica a sostegno della nostra professione in Italia e all’estero.

ORDINE TRASPARENTE DI TUTTI E PER TUTTI

Crediamo che un Ordine viva in modo imprescindibile dell’unione di tutti gli Iscritti.
L’Ordine è la nostra casa comune, quella che dovrebbe generare in tutti noi orgoglio e senso di appartenenza. É il territorio in cui le nostre competenze si affinano grazie al lavoro comune. É quindi necessario superare la barriera informativa che molto spesso fa percepire l’Ordine come un territorio privilegiato, dimora di pochi eletti.
Il lavoro svolto dal Consiglio e dalle Commissioni deve essere patrimonio comune. Tale lavoro va però incentivato premiando l’impegno di chi, con spirito di servizio e di sacrificio, si mette a disposizione degli altri in svariate attività quali ad esempio l’organizzazione di convegni e l’elaborazione dei quaderni di studio ed approfondimento. Un Ordine basato su logiche premianti diventa infatti un Ordine inclusivo in cui ognuno fa la sua parte ed è quindi più forte, più consapevole, utile e responsabile nei confronti di tutti.
Un Ordine che possa essere sempre più un’unione non corporativa, che sappia esprimere in modo autorevole le proprie proposte per un Paese più efficiente, giusto e in definitiva libero. Che viva nel rapporto collaborativo con le Istituzioni, nel dialogo con la Società Civile, nell’idea convinta e convincente della propria identità e del proprio ruolo propulsivo e propositivo.

CENTRO DI COMPETENZE E SERVIZIO


Riteniamo che le Commissioni siano per il nostro Ordine motivo di orgoglio e che se ulteriormente sviluppate possano esprime al meglio il loro potenziale.
Pensiamo alle Commissioni di studio come il fulcro capace di cogliere l’interesse e le esigenze dei colleghi ma anche di attrarne la disponibilità a partecipare e contribuire alla vita dell’Ordine, un alveo autorevole dove condividere esperienze e coltivare la “cultura professionale”.
L’idea e l’obiettivo è rendere le Commissioni un servizio per tutti, l’origine istituzionale di una rete tra professionisti a cui potersi rivolgere per confrontarsi, una via facilitante dei rapporti e destinata a generare sinergie. Nella certezza che laddove sia disponibile un numero elevato di persone con competenze specializzate in grado di comunicare tra loro, anche dedicando una piccola parte del proprio tempo alla condivisione del sapere, si ottengono grandi progressi.
Le tecnologie oggi disponibili, internet, i social-network , le forme di “intelligenza collettiva”, se ben utilizzate ci vengono in aiuto a superare le barriere, non solo fisiche, che limitavano un tempo la possibilità di condividere e scambiarsi esperienza e conoscenza, creando così un nuovo modello di erogazione del servizio verso gli iscritti.
Per far fronte alla crescita delle aspettative generali rivolte alla nostra attività professionale, che vive in un mercato rapido nei mutamenti, riteniamo sia una opportunità su cui non indugiare
L’Ordine può e deve farsi propulsore del cambiamento, essere anche il nostro network professionale dove le Commissioni possono svolgere un ruolo essenziale per creare valore.
Oggi non esiste più il commercialista tuttologo, oggi il vero valore della professione è la specializzazione.
L’Ordine attraverso le Commissioni, il vero fiore all’occhiello dell’Ordine di Milano, deve diventare un punto di riferimento per tutti i colleghi; occorre coinvolgere maggiormente i colleghi a partecipare e spingerli a contribuire ognuno per le proprie specializzazioni: solo così avremo sempre più veri e propri centri di competenza a beneficio di tutti gli iscritti.
Per coinvolgere maggiormente i colleghi saranno previsti metodi alternativi alla classica riunione di Commissione, utilizzando la tecnologia a disposizione che oggi permette scambi di idee e opinioni anche non necessariamente seduti tutti davanti ad un tavolo.
I lavori delle Commissioni poi devono uscire all’esterno, devono essere sinonimo di informazione corretta, autorevole, devono essere in grado di condizionare e orientare il nostro sistema.
Inoltre, continuerà la ricerca di nuove aziende di vari settori per incrementare le agevolazioni in favore degli iscritti.

LA SEMPLIFICAZIONE


È purtroppo sempre più evidente lo scollamento tra l’Amministrazione Finanziaria, da un lato, e Commercialisti e contribuenti dall’altro. Sempre più si sta ampliando tale distanza a causa di un rapporto tra Istituzioni e tessuto economico/sociale in cui vi è uno sbilanciamento in favore delle prime teso a favorire una “logica” di sistema che finisce per danneggiare tutti, ostacolando un difficile contesto economico e lo sviluppo di quelle iniziative imprenditoriali che troppo spesso abortiscono a causa di un sistema normativo contradditorio, incerto ed inutilmente complicato. È quindi necessario interloquire con le istituzioni per far valere le ragioni della nostra categoria e quelle dei contribuenti creando tavoli di confronto che possano portare ad una effettiva semplificazione delle disposizioni tributarie a monte e degli adempimenti burocratici a valle, in una logica di collaborazione finalizzata a benefici al mondo produttivo e alla collettività.
Ciò avviene attraverso il perseguimento di alcuni obiettivi:

  1. la definizione di nuove regole, strumenti e procedure che possano portare, tramite una effettiva ed efficace opera di contrasto all’evasione fiscale, ad un fisco equo e sostenibile, in cui venga punito chi delinque e premiato al contempo coloro che si conformano alle disposizioni vigenti;
  2. l’adozione, da parte delle autorità fiscali di un atteggiamento connotato da maggiore flessibilità per le questioni puramente formali che però non rappresentano fenomeni evasivi o elusivi;
  3. la garanzia di certezza delle regole. Troppo spesso nel recente passato, abbiamo assistito a “chiarimenti dell’ultimo minuto” o interpretazioni spesso contrastanti, che creano rilevante incertezza tra gli operatori professionali e tutti i contribuenti. La compliance fiscale passa anche da regole chiare, certe e tempestive;
  4. la riduzione dei costi degli adempimenti fiscali. E’ infatti noto che a livello europeo, gli adempimenti fiscali italiani sono tra i più articolati e richiedono un numero di ore maggiore rispetto a quello degli altri Paesi UE, generando oneri per i professionisti e per i contribuenti. Se si vuole competere con gli altri Paesi è dunque necessario ridurre i costi orari del singolo adempimento.

La vera semplificazione passa attraverso iniziative che possano portare alla eliminazione di adempimenti “inutili” (o in cui vi sia una duplicazione dei dati e delle informazioni), ridefinendo il ruolo dell’Amministrazione Finanziaria (e statale in genere).
Fermi restando gli obiettivi di cui sopra, è tra l’altro di fondamentale importanza un effettivo riordino delle scadenze che possa definire un calendario fiscale razionale caratterizzato da regole certe, evitando quindi il ricorso continuo a prassi patologiche quali le “proroghe dell’ultimo minuto” (si pensi a quella relativa agli studi di settore) o peggio ancora ad una proliferazione di adempimenti (qual è stata ad esempio la cd. “comunicazione black list” scorporata dallo “spesometro”).
Riteniamo infine importante un reale rispetto dello Statuto dei diritti del contribuente ed un’attività di dialogo concreto con gli uffici della Pubblica Amministrazione (Agenzia delle Entrate, Commissioni tributarie, Tribunale, Inps, CCIAA, …) che si realizzi con strumenti e procedure semplici e veloci.
In tal senso l’Ordine deve fare la propria parte proponendo nuove soluzioni per gestire tali rapporti e per migliorare la funzionalità dei servizi che possono essere resi a favore dei Commercialisti.


AMPLIARE LE COMPETENZE E VALORIZZARE LE SPECIALIZZAZIONI

La figura del Commercialista troppo spesso non è percepita all’altezza del suo ruolo e del suo impegno professionale e sociale. Siamo visti come quelli del bilancio e delle dichiarazioni Troppo spesso i clienti vedono la nostra professione solo come quella dei conti, e soprattutto delle tasse. D’altronde la nostra professione nasce da lontano, e cioè passando dai Sumeri, agli scribi dell’Antico Egitto ed al gestore del fisco nell’Antica Roma, sino ad arrivare alla nascita della moderna ragioneria di Fra Luca Pacioli. Furono i decreti del Presidente della Repubblica numero 1068 e 1067 del 1953 a dare inizio alle professioni di dottore commercialista e ragioniere ed economista d’impresa, i cui albi vennero in seguito fusi nel 2008. Importanti innovazioni, tra cui la nascita delle tecnologie informatiche, i cambiamenti economici e la globalizzazione, hanno incisivamente mutato numerosi aspetti delle due professioni, creando nuovi campi di consulenza oltre a quello fiscale e contabile, ma come detto banalmente veniamo scambiati per coloro che fanno “pagare le tasse”. Ed è un errore perché alla nostra Professione (per l’appunto con la “P” maiuscola) deve essere riconosciuta da tutti la stessa funzione sociale e la stessa autorevolezza che sono già riconosciute alle altre Professioni regolamentate.
Se vogliamo una professione con la “P” maiuscola , dobbiamo percorre insieme un cammino verso un ordine che riconosca e divulghi le specializzazioni, partendo dalle più comuni, ma non meno importanti, come quella di redazione e stesura della contabilità al fine di redigere le dichiarazioni per il fisco, sino ad arrivare alle arie tematiche di carattere fiscale, di contenzioso tributario, di mediazione, di revisione, di contrattualistica, di concorsuale, di lavoro e di quanto la società nel suo continuo evolversi ci chiederà in seguito.
Occorre quindi individuare e perseguire con forza strategie di comunicazione a livello locale e a livello nazionale che mettano in evidenza il valore aggiunto del Commercialista che offre consulenza qualificata non solo ai propri clienti ma indirettamente anche a svariati altri interlocutori: associazioni, enti, istituzioni.
Bisogna insistere sulla via delle specializzazioni: in un mondo complesso come quello in cui siamo chiamati ad operare è indispensabile poter offrire un servizio adeguato agli standard richiesti ad un Professionista.
La formazione ottenuta attraverso i corsi dell’Ordine, della Scuola di Alta Formazione SAF, e di tutti quegli enti accreditati all’Ordine è quindi l’occasione per valorizzare l’obbligo formativo e aprire a nuove opportunità di lavoro.

FORMAZIONE GRATUITA

La formazione professionale gratuita a Milano funziona egregiamente, unendo alla qualità la quantità, sia per la ricchezza degli argomenti trattati sia per il numero di singoli eventi promossi.
L’attivazione nel 2016 della formazione a distanza con riconoscimento biometrico è stato per l’Ordine di Milano un altro passo avanti nell’offerta formativa proposta agli iscritti.
Anche in questo ambito di assoluta eccellenza, abbiamo un progetto che consentirà un ulteriore salto qualitativo particolarmente apprezzabile in un territorio ampio e popolato come quello di Milano e provincia, nel quale gli spostamenti per raggiungere le sedi dei corsi possono rivelarsi tutt’altro che agevoli.
Con il necessario ammodernamento tecnologico, oggi possibile a costi contenuti, è realistico l’obbiettivo di fornire eventi gratuiti eliminando i vincoli: del numero di posti disponibili, del tempo necessario per raggiungere la sede dell’evento, dell’impossibilità dei colleghi di parteciparvi proprio in quel giorno.
Si tratta di dotare l’Ordine dei sistemi per realizzare in autonomia i convegni in diretta streaming: già oggi è sufficiente la presenza, oltre del relatore, di una persona con minime competenze informatiche facilmente reperibili tra il personale già disponibile.
L’obbiettivo è di incrementare in modo considerevole il numero degli eventi così realizzati, rendendo quindi contemporaneamente disponibili tre modalità di fruizione per ognuno di essi: dal vivo in sala, in diretta streaming dal proprio studio, in qualsiasi momento successivo guardando la registrazione. Tutti in grado di attribuire crediti formativi.
Produrre un convegno in diretta streaming permette oggi sia un buon grado di interattività da remoto durante l’evento stesso, sia la possibilità per il Commercialista di fruire, praticamente senza limiti, del servizio offerto dall’Ordine.
È in atto una rivoluzione nelle modalità di erogazione dei servizi e della formazione, di quella gratuita in particolare. L’Ordine di Milano deve continuare a svolgere quel ruolo guida che gli compete, offrendo supporto anche agli Ordini territoriali più piccoli che vorranno condividere e contribuire a rendere un migliore e moderno servizio ai propri iscritti.
L’Ordine, nell’ambito della formazione gratuita, deve promuovere una maggiore interdisciplinarietà dei temi trattati, in modo da favorirne una comprensione più piena e sotto diversi punti di vista, anche per giungere ad una voce unica nei confronti degli Enti, Istituzioni e Autorità (ad es. nei confronti del Tribunale).
Un ambiente economico complesso, richiede risposte adeguate e altrettanto complesse: per questo riteniamo che la formazione debba essere in grado di fornire ai professionisti tutti gli strumenti necessari per l’esame e l’approfondimento delle tematiche nelle diverse e molteplici prospettive. E’ nostra convinzione che ciò consenta ai professionisti di porsi come interlocutori “privilegiati” nei confronti della collettività, con migliori strumenti di analisi e di risoluzione dei problemi.

LA REVISIONE

La vigilanza nelle società di capitali rappresenta un’area di specializzazione della Professione che, se opportunamente promossa e valorizzata, può rappresentare importanti opportunità di lavoro, crescita, e sviluppo, soprattutto per i giovani colleghi.
Negli ultimi anni, invece, nonostante siano stati compiuti importanti progressi a livello normativo e regolamentare, la Professione ha visto realizzarsi iniziative legislative parziali, si pensi all’introduzione del controllo della qualità nella revisione legale, ancora in itinere con cinque anni di ritardo rispetto alla previsione di legge.
La valorizzazione di un’efficace cultura del controllo è stata perseguita dunque male e solo nominalmente dal legislatore e la Professione, a livello nazionale, non sembra aver profuso il necessario impegno per compensare le carenze normative.
Perdere questa sfida nei prossimi anni, invece, non solo vanificherà considerevoli occasioni di lavoro e ridurrà il prestigio della Professione ma non darà al Paese un servizio necessario: contribuire ad assicurare una gestione delle imprese conforme alla normativa e un’informativa societaria affidabile.
L’evoluzione del quadro normativo in materia di vigilanza e controllo societario, unitamente al recepimento di standard internazionali, contabili e di revisione, inciderà nei prossimi anni profondamente sui modelli operativi delle imprese costituite in forma societaria, obbligandole a rivedere i loro assetti organizzativi di pianificazione e controllo interno.
Le crescenti richieste del mercato di una informativa adeguata sulla performance dell’impresa, sulla capacità della stessa informativa di creare valore e le richieste di assurance su questa informativa porteranno una profonda rivisitazione della cultura del controllo nei prossimi tempi.
Questo, per la Professione, per gli organi di controllo (sindaci e revisori), sancirà il definitivo passaggio da un approccio in prevalenza statico “di compliance legale e contabile” a valutazioni, attestazioni, attività di assurance orientate appunto alla cultura del controllo non solo legale ma di valutazione sulla capacità dell’azienda di generare flussi finanziari tali da assicurare una gestione “sostenibile” nel medio-lungo periodo e la prevenzione di cause sintomatiche di crisi (procedure di Alert).
Temi e aree d’intervento:

  1. Impegno per la valorizzazione e sviluppo della cultura dei controlli in ogni ambito;
  2. Impegno a proporre l’estensione dell’attività di controllo aziendale e di governance a tutte le società che beneficiano della limitazione della responsabilità;
  3. La nuova formazione obbligatoria per i colleghi revisori, evitando maggiori oneri, duplicazioni e sovrapposizioni;
  4. Un ruolo propositivo e attivo nell’introduzione e implementazione del sistema obbligatorio di controllo della qualità sugli incarichi di revisione legale (anche per la formazione dei soggetti che saranno incaricati del controllo);
  5. La stretta collaborazione con le Università Milanesi ai fini del riconoscimento, nel percorso di preparazione, del tirocinio agli studenti che vorranno intraprendere la Professione di Commercialista e Revisore (per l’iscrizione al registro);
  6. Organizzazione di specifici corsi di formazione, anche in collaborazione con le Università e le associazioni di categoria, di preparazione all’esame integrativo di revisione e designazione dei docenti e membri delle commissioni esaminatrici tra professionisti con comprovata esperienza operativa in materia.


LA DIFESA TRIBUTARIA

La rappresentanza e difesa del contribuente avanti le Commissioni Tributarie rappresentano, come noto, una delle attività più rilevanti del Commercialista.
La specificità della materia richiede, per un efficace ed efficiente processo, una difesa tecnica che il Commercialista assicura in dipendenza delle sue competenze interdisciplinari in ambito contabile, societario e tributario. A tutela dei diritti costituzionali alla difesa e alla concreta realizzazione di un giusto processo.
La Professione deve, da un lato, essere presente nelle competenti sedi spiegando le competenze specifiche del Commercialista in questo ambito – peraltro declinate nella legge sull’ordinamento professionale – e così anche per evitare che i disegni di legge di riforma del contenzioso tributario attualmente in discussione riducano le garanzie di difesa e le giuste aspettative di una giustizia rapida ed efficace. Dall’altro lato per continuare a offrire quel servizio indispensabile per la tutela dei contribuenti.
Il Consiglio dell’Ordine dovrà dialogare, anche a livello locale, con gli Enti, Istituzioni e Uffici della pubblica amministrazione affinché i suggerimenti della categoria si incanalino in questa direzione a tutela dell’interesse delle collettività per una giustizia effettiva.
Il Consiglio dell’Ordine dovrà impegnarsi ad operare nei confronti del Consiglio Nazionale affinché il disegno di legge di riforma del contenzioso tributario continui a riconoscere la collegialità e la specificità delle Commissioni Tributarie.
A livello locale, inoltre, il Consiglio dell’Ordine organizzi un patto di collaborazione tecnico con le Commissioni Tributarie affinché si rafforzi ulteriormente la collaborazione istituzionale e ottenere:

  • Sale decorose e dedicate per tutti in attesa delle udienze;
  • Sala dedicata per la consultazione e la stampa di sentenze e dottrina, giurisprudenza prevalente e invio telematico dei documenti;
  • Accesso on line alle sentenze e alla documentazione, servizio già oggi fruibile solo pei i Giudici tributario.

Analogamente tale patto di collaborazione tecnico deve avvenire attraverso un dialogo con l’Amministrazione finanziaria e con il Garante del Contribuente nell’ambito di tutte le fasi del precontenzioso: collaborazione nelle verifiche, nel contradditorio, nella fase dell’adesione, attivando corsie tecniche per un dialogo tra Amministrazione finanziaria e Professionisti.


AGEVOLARE LE AGGREGAZIONI E LE RETI PROFESSIONALI

Noi non vediamo il futuro della nostra Professione come un insieme di orticelli privati quanto piuttosto come un unico terreno comune sul quale coltivare insieme competenze ed opportunità per tutti. Non c’è progresso nell’egoismo e nella diffidenza. Noi crediamo alla condivisione delle conoscenze e delle energie, nella curiosità e nell’entusiasmo, nell’etica e nella responsabilità: far bene la nostra Professione è l’unico modo per dare sostanza alle idee e recuperare il posto che ci compete nella Società.
L’Ordine attraverso le Commissioni deve creare i presupposti, gli stimoli e gli strumenti per lo sviluppo di servizi integrati e di Studi Professionali articolati sulle diverse aree di business della nostra Professione, favorendo la creazione di network sia orizzontali (diverse competenze) che verticali (studi attivi nella stessa area) per facilitare lo scambio di idee, pareri e prassi operative.
L’utilizzo della tecnologia e dei social network, la facilità di accesso all’informatica sono fattori di crescita e coesione già disponibili ed aperti a tutti che però devono essere maggiormente sfruttati dall’Ordine.
Sarà inoltre impegno specifico del nuovo Consiglio dell’Ordine di Milano operare nei confronti del Consiglio Nazionale affinché venga data piena attuazione alle Società Professionali, bloccate da incertezze non ancora dipanate dall’attuale normativa.

TUTELARE LA NOSTRA PROFESSIONE

Occorre richiedere un sistema sanzionatorio chiaro ed efficace contro l’abusivismo e diffondere una cultura di affidamento verso la figura del commercialista.
I cittadini devono capire la differenza che esiste tra l’affidarsi ad un Commercialista iscritto all’Albo, soggetto al codice di disciplina e a norme deontologiche rigorose, obbligato alla formazione professionale continua e tenuto a stipulare polizze assicurative per la responsabilità civile professionale rispetto all’affidarsi a finti professionisti non iscritti ad alcun Ordine. Bisogna quindi continuare a proporre campagne mediatiche di sensibilizzazione dell’opinione pubblica come quella proposta dall’Ordine di Milano (“non scegliere un consulente qualunque scegli un commercialista iscritto all’Ordine di Milano”), e poi da altri ordini in Italia affinché il nuovo messaggio possa essere “non fidarti di un consulente qualunque, affidati ad un Commercialista iscritto all’Ordine”.
La tutela della professione passa anche per l’assunzione della responsabilità del professionista per i propri errori nei confronti del cliente con il quale ha concordato la prestazione, ma al tempo stesso alla limitazione di questa responsabilità nei soli rapporti col cliente nel quadro delle regole previste dal codice civile (obbligazione di mezzi e non di risultato). Vanno quindi respinte con fermezza le estensioni surrettizie di responsabilità per il fatto di terzi, quali quelle che impongono al professionista il pagamento di imposte, sanzioni ed interessi in luogo del proprio cliente direttamente all’erario, in violazione degli elementari principi di capacità contributiva, di libera scelta del contribuente e di responsabilità.”

Il RUOLO PUBBLICO E SOCIALE DEL COMMERCIALISTA

Il Commercialista si colloca nel contesto economico e sociale tra il pubblico ed il privato, svolgendo compiti di complessità crescente, a causa di un pletorico apparato legislativo (forse unico a livello mondiale), a favore di chi opera nel sistema stesso.
Perciò questa nostra Professione vede come “utenti” sia i privati cittadini, sia le imprese, sia gli enti, pubblici o privati, agendo sovente in sinergia con Professioni affini e complementari quali quella notarile e quella forense.
I Commercialisti hanno sufficiente preparazione per agire ben oltre le consuete vie di consulenza. Del resto le numerosissime materie fissate nel complesso esame di Stato e nella Legge professionale (il D.Lgs. 139/2005) rendono onore al ruolo sociale e tecnico del Commercialista, che infatti può svolgere un attivo compito di supporto alla propria clientela ed alla società nel suo complesso. Farsi ascoltare da interlocutori istituzionali ha senso unicamente se in grado di porre rilievi tecnici e di evidente utilità pratica e giuridica, a nulla valendo, in difetto di un’adeguata preparazione professionale, qualsivoglia rivendicazione sindacale di categoria.
La comunicazione istituzionale deve rispecchiare questo spirito di concretezza ponendosi diversi obiettivi generali che vanno dal riconoscimento del ruolo pubblico e sociale del commercialista all’intensificazione del dialogo con le istituzioni e al rafforzamento del rapporto con il proprio pubblico di riferimento. Quindi, una maggiore consapevolezza da parte degli interlocutori istituzionali delle numerose attività svolte dai commercialisti e della loro valorizzazione, anche sotto il profilo economico e sociale.
L’iniziativa sociale “Ti spiego le tasse – I commercialisti nelle scuole”, nata a Milano e che tanto successo sta riscuotendo in tutta Italia, è un esempio concreto di come i Commercialisti sappiano porsi al servizio del bene comune promuovendo tra l’altro una cultura della legalità fiscale basata su principi etici e morali.

ETICA PROFESSIONALE

L’etica è il codice morale che c’è in ognuno di noi, è quello che ci fa dire cosa è corretto e cosa no.
Se vogliamo essere credibili dobbiamo essere esempio di integrità non come singolo ma come categoria, condannando pubblicamente certe condotte che minano la nostra immagine pubblica.
Corsi specifici sulla deontologia professionale e il costituirsi parte civile nei procedimenti penali a carico di colleghi che ci tolgono credito sono azioni che vanno continuate e incrementate.

I GIOVANI

Il futuro della Professione, come quello di chiunque, è nelle mani dei giovani.
L’Ordine deve fare in modo di offrire agli aspiranti colleghi gli strumenti per orientarsi e per effettuare una scelta consapevole della nostra Professione. Per questo motivo è necessario organizzare incontri di orientamento durante i quali si possa trasmettere fiducia in un futuro professionale sereno e l’entusiasmo per poter affrontare un presente che, lo sappiamo tutti, è costellato di ostacoli e difficoltà.
Diffondiamo la cultura della condivisione. Forniamo gli strumenti affinché i giovani colleghi non vivano esclusivamente nei rispettivi Studi Professionali, ma anche all’interno dell’Ordine. È necessario sostenerli e stargli vicino nella difficile fase di avvio ed in quella ancor più complicata della crescita. È necessario, ancor di più, offrigli momenti aggregativi e di partecipazione.
In questa direzione, crediamo sia importante migliorare il servizio di tutoraggio offerto dall’Ordine ai praticanti oltre a rendere, quanto più possibile, agevole la gestione pratica del tirocinio. Riteniamo, inoltre, di dover implementare le funzionalità della banca dati praticanti e giovani colleghi abilitati, indicandone le specializzazioni, al fine di renderla più fruibile sia in fase di ricerca che di offerta. Aiutiamoli, infine, in modo concreto istituendo, per esempio, una borsa di studio alla memoria del Presidente Luigi Martino da assegnare annualmente a giovani colleghi che si sono distinti in modo particolare per l’attività professionale svolta e cercando di fornire a loro corso di specializzazione con una adeguata scontistica.
Così pure è necessario continuare nel percorso avviato di collaborazione con le Università nell’ambito dei corsi di laurea rivolti ai giovani che intendono accedere al mondo della nostra professione attraverso la frequentazione degli specifici “Corsi in convenzione” (stipulate tra Università e Odcec di Milano), con riguardo al tirocinio durante il percorso di laurea e l’avvicinamento degli studenti agli studi professionali e all’Ordine.
Sensibilizziamo, infine, i dominus sull’importanza della crescita professionale dei giovani colleghi in modo da garantire la continuità ed il futuro della nostra Professione, arricchendo al contempo il nostro presente riconoscendo da subito l’utilità del loro apporto, incentivandoli maggiormente come liberi professionisti e meno come “dipendenti”.

LA CULTURA DI GENERE

Il numero di donne iscritte al nostro Ordine è costantemente aumentato negli ultimi anni fino ad arrivare a circa il 30% del totale; e questa percentuale è destinata ad aumentare ancora, sono donne infatti ben il 51% dei tirocinanti. Purtroppo però le statistiche dimostrano che molte colleghe non proseguono nella professione sempre a causa delle arcinote difficoltà nella conciliazione “vita/professione”.
Il tema della conciliazione vita lavoro comunque non è più un problema sentito solo dalle colleghe donne ma oggi anche dai giovani professionisti che ritengono sempre più importante raggiungere un giusto equilibrio tra la sfera professionale e quella personale della propria vita. Questo obiettivo può essere raggiunto favorendo nei nostri studi professionali modelli organizzativi come il lavoro agile.
Continuare a proporre la formazione professionale continua su temi quali la gestione del proprio tempo, l’organizzazione dello studio professionale e sullo sviluppo di soft skills aiuterebbe di sicuro tutti gli iscritti a migliorare le proprie capacità professionali ed insieme raggiungere il livello desiderato di conciliazione vita-lavoro.
Dobbiamo coinvolgere e sensibilizzare tutti gli iscritti al nostro Ordine affinché le donne possano dare il loro apporto alla vita professionale, ad esempio sviluppando un programma di mentoring specifico per giovani professioniste in modo da agevolarle a raggiungere posizioni apicali. Occorre introdurre un programma di formazione in grado di preparare le colleghe che desiderano entrare negli organismi societari di società quotate con percorsi formativi di livello master riconosciuti dai soggetti preposti alla selezione dei candidati per queste posizioni. In questo modo indipendentemente dalla presenza delle c.d. “quote rosa” avremo colleghe in grado di ricoprire incarichi per la loro preparazione e le loro capacità professionale.

VOCE E SUPPORTO AL CONSIGLIO NAZIONALE

La tutela degli iscritti e la voce dell’Ordine di Milano troveranno maggiormente concretezza laddove troveranno coincidenza di intenti nel Consiglio Nazionale. I consiglieri che saranno eletti dovranno subito confrontarsi per compiere il primo atto del loro mandato: l’elezione del consiglio nazionale. Noi sappiamo cosa fare: sosterremo la lista che presenterà tra i suoi candidati un consigliere milanese perché siamo convinti che l’Ordine di Milano debba essere ben rappresentato nel Consiglio Nazionale per far sentire la voce della capitale economica d’Italia.
Non ci fermeremo qua, proporremo, al momento opportuno, colleghi capaci competenti e onesti per la composizione delle Commissioni Nazionali. per portare l’anima volontaristica e la professionalità che ci contraddistingue oltre le mura domestiche anche per rafforzare il peso dei commercialisti milanesi a livello nazionale.